Recensioni

Professoressa Paola Lusso maestra d'Arte:

“Bruna Rapetti è una vera artista! Le sue opere esprimono ciò che ha nel cuore: le emozioni, i suoi sentimenti e la sua gioia. Perseveranza, costanza, creatività e determinazione l'hanno sostenuta e guidata nel suo percorso artistico. Energia, colore, vitalità e sincerità, traspaiono dalle sue opere. Ogni frammento, ogni spazio colorato è un potente magnete che attira l'osservatore a sé coinvolgendolo in un armonico gioco di colori e di materia. Quadri che pulsano e fremono così come la vita e la gioia che in essi è racchiusa”.
Prof. Paola Lusso
Guido Carlucci il fondatore della corrente artistica “Sensorialismo Materico“ ideatore del museo MACS (Greccio – Rieti) 2012 scrive di Lei:

Bruna Rapetti, un percorso poliedrico dal paesaggio al ritratto e ottima copista, ha sentito esigenza interiore del cambiamento e le sue creazioni hanno cominciato a vibrare, materia e senso hanno preso possesso della tela. Ha perfezionato l'uso della spatola e delle mani con la continua ricerca vicino al Maestro Guido Carlucci. Oggi Bruna Rapetti abbraccia in pieno il Sensorialismo Materico e segna un attimo e un'eternità. Bruna Rapetti proiettata alla storia dell'arte è una pura Sensorialista.
Guido Carlucci
Dott. Domenico Taricco critico e storico d'Arte scrive sul Corriere dell'Arte a proposito dell'opera L'Origine:

L'Origine 2011 è un acrilico a tecnica mista realizzata su tavola in cui Bruna Rapetti rappresenta un disco solare al centro di un universo in espansione. La forza evocativa del soggetto viene enfatizzato dalla potenza cromatica che esprime simbolicamente l'origine della vita cosmica attraverso la forza centrifuga di una stella colta nel suo divenire spaziale. Colori e materia si condensano in agglomerati formali che prendono corpo e sostanza via vai che lo sguardo si muove nello spazio definito. L'elemento circolare, posto appunto al centro dell'opera rinvia concettualmente ad un centro ipotetico in cui l'uomo è allusivamente escluso per ricomparire in potenza in un altrove: una sorta di al di qua in cui il realismo intellettivo di partenza viene affrontato razionalmente rinviando a schemi strutturali ed educativi che costituiscono l'aspetto inconscio dell'artista stessa….

“.... Bruna Rapetti estrapola le tinte, consolida le forme, incatena la sua poderosa gravità i colori, i riflessi e le ombre. La risultante di una simile tavolozza organica è lo specchio di luce dal quale l'animo si eleva”.
Dott. Domenico Taricco
Corriere dell'arte
Fabrizio Legger scrive sul settimanale il Monviso:

“Interessanti i lavori di Bruna Rapetti, pieni di fantasia e vivacità creativa che spaziano dall'immaginario storico (come l'opera Chefren) a quello onirico (come l'opera “Meteorite”). Sono opere di grande fascino che rivelano un singolare talento di vera artista”.
Fabrizio Legger
Settimanale il Monviso
La dott.ssa Mattea Micello Critico e storico d’arte nel libro “Io sono come te “ così scrive:

Con l’artista Bruna Rapetti affrontiamo, mediante il suo sguardo interiore, un tema assai doloroso, ovvero, la perdita di un amico caro, di una persona a cui vogliamo bene. L’opera, ad Anna, il vento dell’impermanenza è un lavoro di forte sensibilità, sia artistica che umana, poiché l’artista ricorda la sua amica perduta. Alla scomparsa fisica viene incanalata una forte devozione, nutrita di speranza e fiducia di vita nell’atto di decedere, inteso come momento di passaggio per altre dimensioni. Tra i colori, cogliamo una sorta di elaborazione del lutto. Siffatto processo, lo si trova corrente nella vita di alcuni artisti della storia dell’arte. Un libro del 1934, lo descrive ampiamente: “ la leggenda dell’artista “ scritto dallo psicoanalista ERNST KRIS e dallo Storico dell’Arte OTTO Kurz. Nel testo ritroviamo molti racconti sui pittori che hanno effigiato il caro deceduto, tra questi, l’Artista Luca Signorelli di epoca cinquecentesca che dipinse, il figlio perduto. Azioni riparatrici artistiche, prese in esame anche precedentemente, dal filosofo, neurologo e fondatore della psicoanalisi, SIGMUND FREUD, nel saggio, scritto nel 1917, Lutto e melanconia. Al ritratto del defunto, il pregevole psicoanalista, allega l’esigenza di una funzione riparativa e pertanto, notevole per elaborare e superare psicologicamente la pena connessa con la perdita del soggetto. Questo concetto facente parte della psicologia dell’arte, oggi con BRUNA RAPETTI, assume vesti nuove. L’esigenza di onorare la persona cara resta immutabile, ciò nonostante, muta lo stile di raffigurazione, assumendo fattezze inedite d’impostazione. Il ritratto figurativo, fedele alla fisionomia del soggetto effigiato, cede il posto a splendidi e vitali campiture cromatiche, spartite da una sciolta pittura informale. In questa condizione di libertà assoluta pittorica, viene inciso il cammino dell’uomo, tra immanente e trascendente. La ricerca mistica trova il suo rituale sotto forma di colore, con lo scopo di raffigurare l’energia della persona cara persa. L’elaborazione del lutto si lega alle forze dell’universo. Ad essere rappresentata è l’energia di Anna che si connette con tutte le cose. Nell’opera l’elaborazione del lutto, in senso artistico, assume nuovi valori di rappresentazione. Bruna, affronta il tema della morte, ma le sue emozioni, benché dolorose, ritrovano la pace nella filosofia Buddista. Nella consapevolezza dell’impermanenza delle cose dove tutto quanto è composto di elementi soggetto alla nascita e quindi, a decadenza, l’artista scorge la gioia dell’assenza di un io eterno ed immutabile. Gli acrilici, distribuiti con la spatola, sono creatori di sottili venature, fulgidamente fungenti da pentagramma, per un canto cromatico positivo e ricco di speranza. I valori espressi tonali, sono energicamente accentuati dalla scelta del colore oro come campitura primaria. Molteplici riflessi dorati, diventano “segno commemorativo“ pieno di considerazioni spirituali. La solenne tonalità dotata è Anna, la sua e regia che, libera dalla materia, si sposa con le energie del cosmo. Il bianco, il rosso, il nero, il turchese sono picchiettati e leggermente sfumati. Non vi sono particolari zone ombra, l’artista mira a esaltare con la massima densità tutti i colori. È il trionfo rilucente delle tonalità, interpretato come vitalizzante. La malinconia della perdita, viene sostituita alla gioia infinita della vita che muta e si trasforma. Tutte le opere di BRUNA RAPETTI qualsiasi sia la tecnica che abbraccia per la risoluzione dell’immagine conserva questa carica “atmosferica frizzante e ottimista. Codesto fulgore, traspare anche dalla poesia dedicata alla sua amica Anna. I toni si fanno melanconici, ma da quegli stessi toni, più si evolvono emozioni di gioia e speranza, per dare supporto a tale pensiero e di come l’artista ha fatto del dolore della perdita, la gioia di un nuovo incontro, ci dona anche una citazione buddista. Sono parole che rispecchiano il nucleo più segreto del suo cuore, la quale caccia ogni malumore, ogni dubbio e ogni angoscia, nella constatazione che nel suo essere reale vive il suo essere trascendentale, capace di svelare gli enigmi della nostra esistenza di cui l’opera “ ad Anna, il vento dell’impermanenza “ ne diviene il racconto più vero: “ ……come passano rapidamente giorni Gli amici con i quali ammiriamo la fioritura dei ciliegi, una mattina di primavera sono spazzati via insieme ai fiori, dal vento dell’impermanenza, lasciando di se nient’altro che i loro nomi ……..”
(citazione di Nichiren Daishonin, Monaco Buddista - Tratto dalla Lettera a Nike, 1280 )
Dott.ssa Mattea Micello
Libro "Io sono come te"